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Liutprando da Cremona.

Storico latino. Si stabilì presso la corte del re Ugo di Provenza e del suo successore Berengario II, che lo fece suo segretario e gli affidò importanti incarichi diplomatici, tra cui una missione in qualità di ambasciatore a Costantinopoli. Al ritorno da questa legazione cadde in disgrazia e, temendo per la sua stessa vita, fuggì in Germania presso Ottone, divenendo personaggio di primo piano della vita politica di quegli anni; nominato vescovo di Cremona, fu presente con un ruolo non secondario al sinodo convocato a Roma nel 963 per deporre papa Giovanni XII. Assistette all'incoronazione romana di Ottone II e fu da questi inviato a Bisanzio presso il basileo Niceforo Foca per chiedere la mano della principessa Teofano. In un successivo viaggio a Costantinopoli morì in circostanze non note. Uomo di vaste esperienze politiche e culturali, ebbe modo di rendere le sue opere di grande interesse per la capacità di rispecchiare la vita a lui contemporanea, sia negli scritti di carattere polemico, come Antapodosi, crudele satira di Berengario, sia e soprattutto in quella dettagliata relazione del suo viaggio a Costantinopoli, il Liber de Legatione Costantinopolitana, notevole per l'attenta rappresentazione della corte di Costantinopoli, con i suoi usi e i suoi costumi. Di minore interesse è invece il Liber de rebus gestis Ottoni Magni imperatoris, panegirico sulla vita del suo protettore (920 circa - 972).